Dracula è un bel romanzo, un capolavoro del genere, anche se forse non un capolavoro letterario.
I critici non lo hanno mai considerato in modo particolare, a quanto ho letto, a causa della pessima scrittura di Stoker.
Riccardo Reim - che ha curato tutte le introduzioni al romanzo che son riuscita a trovare e si è occupato anche della traduzione - ritiene invece che si tratti di “uno stile volutamente imperfetto, e non un'inconsapevole incuria”.
Effettivamente oggi non è considerato strano adottare uno stile un po' rozzo e persino sgrammaticato per adattarsi al contesto: se a parlare fosse un bambino, non sarebbe credibile un linguaggio forbito; se a parlare fosse un napoletano, un sardo, un romano, ecc. non sarebbe strano leggere frasi in dialetto; se a parlare, perciò, fosse un vecchio signore olandese che non conosce alla perfezione la lingua inglese, come il professor Van Helsing, non avrebbe alcun senso fargli costruire le frasi correttamente o mettergli in bocca parole che non potrebbe conoscere.
Stoker ha fatto un lavoro certosino con la ricostruzione storica e geografica: è giusto che il realismo sia aumentato dal linguaggio.
Il romanzo si presenta come una raccolta di lettere, di pagine di diario, di biglietti, di ritagli di giornale e persino di parti del diario di bordo di una nave. Ciò serve ad aumentare ulteriormente la verosimiglianza della storia, nel tentativo di convincere il lettore che si tratta di fatti realmente accaduti e, inoltre, consente di narrare la stessa vicenda da più punti di vista. I narratori sono quasi quanti i personaggi in gioco e ognuno conosce i fatti verificatisi perché legge i diari e gli appunti degli altri. Noi lettori veniamo a conoscenza della vicenda nello stesso modo e, se il romanzo parte come il più classico dei romanzi gotici (il signor Jonathan si ritrova intrappolato nel castello di Dracula e ne è spaventato, giustamente, quasi a morte), poi si trasforma in un giallo ambientato ora in Inghilterra, ora in Transilvania. C'è la vittima - necessaria per far iniziare il viaggio -, il colpevole, l'investigatore, gli aiutanti, la donna in pericolo; c'è persino un pazzo in manicomio che infittisce il mistero. È un puzzle che si ricostruisce pezzo per pezzo con molta, forse troppa, calma.
Da evidenziare anche l'elemento erotico del romanzo.
Il vampiro deve essere un seduttore per attirare le sue giovani vittime; Stephen King rileva anche sesso orale (i vampiri son morti dalla vita in giù, tranne che il già citato Edward-Luccico-Cullen che se la spassa parecchio con la sue Bella), necrofilia e pedofilia (basti pensare a Lucy). C'è anche chi ha parlato di orge (le spose di Dracula) e di attrazione verso persone dello stesso sesso (Dracula dice: “Quest'uomo mi appartiene!”), così, per non farsi mancare nulla e andare ulteriormente contro la repressione sessuale tanto in voga in epoca vittoriana. Non che l'omosessualità fosse chissà quale novità perché già in Carmilla, racconto di Le Fenu, la vampira omonima dice a Laura, la sua vittima: “Tu sei mia, sarai mia, io e te siamo una cosa sola per sempre”. Il che fa intuire a chi altri potrebbe essersi ispirato Stoker per il suo personaggio.
Riporto poi un brano tanto per far capire ai Lettori cosa potesse essere considerato erotico a fine '800:
“La sua mano sinistra stringeva entrambe le mani della signora Harker, tenendogliele staccate dal corpo e con le braccia completamente distese; la mano destra era avvinghiata alla nuca di lei, e le forzava il viso contro il proprio petto.
La bianca camicia da notte della donna era imbrattata di sangue e un rivolo rosso e sottile scorreva sul petto dell'uomo, messo a nudo dall'abito strappato. Il loro atteggiamento ricordava il gesto imperioso di un bambino che spinge il muso di un gattino in una scodella di latte, per costringerlo a bere. (…). Sul suo viso ho visto affiorare l'espressione diabolica che avevo sentito descrivere. Gli occhi, infuocati da una feroce passione, lanciavano lampi; le larghe narici del bianco naso aquilino si dilatavano frementi, e i denti bianchi e acuminati, dietro le labbra tumide di una bocca stillante di sangue, battevano come quelli di una bestia feroce”.
L'unico personaggio descritto nel suo aspetto è Dracula:
Il Conte ha “Il volto aquilino – decisamente aquilino-; il naso sottile con una gobba pronunciata e narici stranamente arcuate; la fronte nobile e spaziosa; i capelli radi sulle tempie, ma abbondanti sulla testa; le folte sopracciglia, quasi si congiungevano sul naso, e i ciuffi parevano arricciarsi tanto erano abbondanti. La bocca, per quel che si scorgeva sotto i folti baffi, era rigida e con un profilo quasi crudele. I denti bianchi e stranamente aguzzi, sporgevano dalle labbra, il cui colore acceso rivelava una vitalità stupefacente per un uomo dei suoi anni. Le orecchie erano pallide, appuntite; il mento ampio e forte, le gote sode anche se scavate. Tutto il suo volto era soffuso d'un incredibile pallore”.
Da questa pagina di descrizione - perché prosegue, ma non intendo riportarla per intero - ogni persona che ha letto (o leggerà) il romanzo ha tratto qualcosa di diverso e si è immaginata il proprio Dracula: il mio, per esempio, non è baffuto e ha i capelli grigi e impomatati.... ormai mi riuscirebbe davvero difficile immaginarlo diversamente!
Degli eroi della storia invece non si sa quasi niente: è ribadita giusto la bellezza/dolcezza di Lucy, la bontà/intelligenza della signora Harker, e degli uomini si mette in evidenza il coraggio e l'ardore. Sono indistinguibili l'uno dall'altro, sullo sfondo, come per chiarire che loro servono solamente in quanto Dracula, incarnazione del male, dovrà essere sconfitto, però è lui l'unico e indiscusso protagonista della storia, quello che da il titolo al romanzo. Si avverte il suo peso anche quando non è presente (e appare davvero poche volte in forma umana!), ma rimane l'ombra e il pensiero fisso degli altri personaggi.
Se poi vi interessa un'opinione personale, miei Lettori, è un ottimo romanzo dell'orrore e un bel giallo. Di questi tempi, abituati come siamo ai mostri e diventati ormai scettici, ci vuole ben altro per spaventarvi, ne son certo ma non si può mai dire!
E, siccome adoro i parallelismi tra film e libri, mi permetto di consigliarvi un ottimo film di Coppola, Dracula di Bram Stoker, con Gary Oldman e Winona Ryder in primis, poi Anthony Hopkins, Keanu Reeves e LaSempreConLeTetteAlVento Monica Bellucci . E' stato anche premio Oscar ai costumi e trucco per le incredibili trasformazioni di Gary Oldman e ha avuto altri premi e nomination varie. Per questo post ho preso tutte le immagini da quel film proprio perché, pur non rimanendo del tutto fedele al romanzo, non ne intacca mai lo spirito e di base evidenzia gli stessi elementi: il sacro, l'orrore, l'eros. Viene aggiunta una bella storia d'amore e altri dettagli inventati di sana pianta, ma per me resta una buona interpretazione, e magari vi ho aiutato a trovare un bel film da guardare in compagnia stanotte.
Buon Halloween!
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