Per i lettori romantici
Ogni tanto persino il-Lettore-qualunque- che-intende-conquistare-il-mondo sente il bisogno di smancerie, soprattutto da adolescente. Per questa ragione il me stesso di una decina di anni fa si è messo alla ricerca di un libro che fosse romantico e al tempo stesso non stucchevole. Detesto le cose sdolcinate perché, come forse avrete intuito, sono un Lettore molto cinico, anche se non lo sono sempre stato.
Ho provato Nicholas Sparks, e non mi sconfinferava un granché; Federico Moccia (mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati; dico solo che un suo romanzo inizia con la frase “Katia ha il più bel culo d'Europa”, e già questo scatena profonde riflessioni sul degrado del genere umano). Giunto quasi alla disperazione ho persino letto qualche libro della serie Le Ragazzine, che credo non esista più. Alcuni non erano neanche male, e uno mi è entrato nel cuore per quanto mi ha fatto ridere e un giorno ne parlerò ai cari Lettori in cerca di brutte figure nei luoghi pubblici (perché se lo leggete e scoppiate a ridere all'improvviso su un pullman credo sia ovvio passare per mentecatti).
Alla fine mi son detto che, se volevo qualcosa di romantico, dovevo tornare indietro nel tempo. Sono sempre stato consapevole del fatto di esser nato nell'epoca sbagliata: sono un'anima antica. Anche se ammetto che le comodità dell'acqua corrente, dell'elettricità e ultima, ma non per importanza, dei moderni bagni non sono da sottovalutare. Quindi sarei dovuto nascere in un mondo parallelo popolato da cavalieri e dame, case illuminate e riscaldate, bei water in ceramica bianca e sciacquone annesso.
Chiusa la parentesi, riprendo il racconto: mestamente e senza molte aspettative, sono entrato nuovamente in libreria alla ricerca di qualcosa che mi potesse soddisfare. Ho adocchiato e portato a casa un libro in formato economico con la copertina rigida e una signora ottocentesca stampata sopra. 8,50 euro spesi benissimo. Tanto che se esistesse un'edizione più bella ne spenderei anche il doppio, il triplo – ok, non esageriamo – basta che sia scritto un pelo più in grande (il mio quasi essere una talpa credo sia dovuto alle edizioni economiche dei classici).
Il libro in questione era Orgoglio e Pregiudizio, il primo di Jane Austen che abbia mai letto.
Quel giorno è cominciata una mezza ossessione nei suoi confronti: ho iniziato a stalkerarla comprando tutti i suoi libri e guardando serie tv, film e quant'altro. Alcuni sono capolavori, ma è nei libri che si sente la forza della scrittrice, la sua personalità e la sua intelligenza.
Tenete in considerazione che la Austen è nata in Inghilterra alla fine del '700 e che le donne non avevano tutte le possibilità che hanno qui oggi. Dopo tanti rifiuti, senza mai arrendersi, è riuscita a pubblicare alcuni suoi libri anonimamente, visto che non stava bene che una donna scrivesse romanzi e cercasse di fare carriera, nonostante non fosse l'unica scrittrice dei suoi tempi. Il successo è arrivato dopo, e non ne ha potuto godere a lungo in quanto è morta intorno ai quarant'anni.
È una scrittrice di romanzi d'amore, certo, ma c'è di più. Entrerete in un mondo in cui niente è ciò che sembra, che viene continuamente criticato dalla Austen, a volte in modo non tanto velato, però sempre spiritoso. L'alta società, i balli, l'etichetta sono solo maschere. È un mondo frivolo di persone false, in cui ognuno cerca di soddisfare il proprio interesse, anche economico, e a ciò non si sottraggono nemmeno i protagonisti. Non sono eroi privi di difetti: sbagliano, ammettono i propri errori, si correggono e iniziano ad amarsi solo dopo essersi cambiati a vicenda, col tempo, con calma. Non c'è niente di smielato: riesce ad essere avvincente e a tratti commovente senza cariare i denti dei Lettori.
Alcuni personaggi sono irresistibili, anche più dei protagonisti e non si può non amarli. La signora e il signor Bennet per primi, così agli antipodi, sono il prototipo della coppia mal assortita: lui, fattosi abbindolare dalla bellezza di lei, è rimasto incastrato per il resto della sua vita con la signora e i suoi “poveri nervi”. Le sorelle di Elizabeth, a parte la dolce Jane, sono una più cretina dell'altra. Il cugino, il signor Collins, mi sembra di averlo incontrato molte volte nel corso della mia vita, e non è una fortuna perché non esiste essere più viscido. Del signor Wickam e del signor Darcy non dico nulla. Perché qui si vuole incuriosire i non lettori: leggete e conosceteli! Farete il tifo per uno, odiando a morte l'altro, per poi cambiare lentamente idea.
Leggere il libro forse non è semplicissimo. È stato scritto duecento anni fa, per cui il linguaggio può sembrare complesso. Io, essendo appunto un'anima antica, mi ci sono trovato a mio agio, ma credo possa non essere così per tutti. In ogni caso non arrendetevi. Resistete fino alla fine e cercate di cogliere l'ironia del romanzo, la sua eleganza e leggerezza. Fate un tuffo nella società inglese del passato in cui è una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di buon patrimonio debba necessariamente cercare una moglie. In ogni caso la Austen, in un tempo in cui il matrimonio era tutto, non si è mai sposata.
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Nike (domenica, 15 maggio 2016 16:33)
La prova del fatto che le cose belle sono difficili! Una donna da ammirare, così come Mary Shelley e tante altre di questo periodo (e non).